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segunda-feira, 8 de junho de 2009

O desejo que me move, os homens que me inspiram!

Paolo Cattaneo é um de nossos maiores inspiradores na pesquisa, por seu desenvolvimento e envolvimento com o povo do deserto, por suas fotos inspiradoras, que abrem caminhos e compõem o cenário de nossas apresentações. Por me mostrar uma outra realidade, distante-próxima de mim.
O texto abaixo está também no blog de Norberto, com permissão de adentrar a ele e alimentar o nosso, segue uma conversa inspiradora ao processo entre os dois:








From: norby53@hotmail.comTo: cattapa@hotmail.comSubject: Re: ritornatoDate: Sun, 11 Jan 2009 12:04:29 -0200





hola paolo


me da alegría recibir noticias tuyas a pesar de que las noticias no sean buenas, es triste, desalentador lo que me contáste voy a pedir que me permitas publicarlo en mi blog, me parece un modo de comunicar una historia que las personas tienen que conocer, a falta de tener medios más eficaces por lo menos poder llegar a algunos amigos con los cuales es posible compartir lo bueno y lo no tan buenotambién se lo voy a enviar a Erika con la que espero podamos hacer el espectáculo que al menos haga saber, sensibilice y haga pensar sobre este tipo de injusticias, no es una pretensión, es simplemente intentar hacer algo a pesar de uno sentirse tan débil...espero que el frío italiano no te trate demasiado mal, acá el calor es algo que se soporta con alegríaun abrazo

norberto





From: Paolo Cattaneo Sent: Saturday, January 10, 2009 3:41 PMTo: Norberto Presta Subject: ritornato


ciao Norby


eccomi rientrato a casa, un viaggio tutto sommato molto rapido anche se ogni volta intenso.ritornare ai campi, anche dopo una relativamente lunga assenza, (2 anni) è per me ritornare in un posto conosciuto, in cui mi ritrovo a mio agio, in cui non mi sento "straniero" per quanto ogni volta sia diverso. la continua frequentazione permette un distacco dagli aspetti più fortemente emotivi, quelli del primo approccio, per trovare un buon rapporto tra il razionale e l'emotivo.a proposito di emotivo è stato molto forte l'incontro con un amico, Abdi, la sera prima aveva avuto notizie dalla televisione degli attacchi aeri su Gaza, io non sapevo ancora nulla. ho scoperto, vissuto in prima persona, che a seconda di chi ti racconta "i fatti" la percezione è molto diversa, anche in funzione di come quella persona sta vivendo la situazione e le notizie. loro l' si trovano in una condizione politica che per quanto diversa e meno sotto l'occhio della stampa internazionale è molto simile e vicina a quela dei palestinesi. è il punto di vista degli sconfitti, dei perdenti, degli ignorati dalla storia e dagli interessi mondiali e globalizzati. ( l'ONU spende 45.000 euro per mantenere una missione di controllo del cessate il fuoco, poche persone che vivono nel massimo dei confort. la stessa ONU non riesce a trovare più i 25,000 euro per sfamare i rifugiati nei campi, molti molti di più dei funzionari della MINURSO)la gente ai campi è stanca ha perso fiducia nelle istituzioni internazionali e in buona parte ha perso fiducia anche nello stesso suo governo.ora da una parte cerca soluzioni private, ognuno per salvare se stesso e la propria famiglia, dall'altra parte non vede soluzioni e molti giovani sarebbero anche disposti a ritornare ad imbracciare le armi.forse i sarawi hanno perso la loro lottaquel che è peggio che tutti noi abbiamo perso una grande opportunità, per quelo che quei pochi nomadi del deserto erano riusciti a costruire in un luogo tra i più inospitali del mondo.spero di riuscire a scrivere qualcosa,un po' di pensieri di riflessioni da mandarti prossimamente.
per ora un forte abbraccio ate e agli amici


paolo

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