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domingo, 15 de abril de 2012

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Indirettamente, Ban Ki-moon accusa il Marocco di spiare l’ONU nel Sahara
di Luca Pistone. Scritto il 14 apr 2012 alle 11:00.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, accusa il Marocco di spiare la Minurso, il contingente delle Nazioni Unite nel Sahara Occidentale, la cui missione si trova a fronteggiare sempre più ostacoli.

Nel rapporto di 28 pagine inviato al Consiglio di Sicurezza dell’ONU -che il 30 aprile prorogherà il mandato dei caschi blu- Ban afferma che “ci sono indizi che fanno pensare che la riservatezza delle comunicazioni tra la sede del Minurso (ad El Aaiún) e New York, risulti compromessa in almeno un’occasione”. Non menziona il Marocco, ma fonti diplomatiche non dubitano che alluda al paese nordafricano.

Ban lamenta inoltre che l’accesso della Minurso alla popolazione locale “è controllato” dal Marocco. “Parallelamente, la presenza della polizia marocchina al di fuori del complesso residenziale (dell’ONU) scoraggia i visitatori ad avvicinarsi alla missione”.

Il contingente, continua il funzionario, “è incapace di esercitare appieno i suoi compiti di controllo, monitoraggio e informazione della pacificazione”. Chiede, tra l’altro, che la missione venga rafforzata con 15 osservatori militari da affiancare ai 230 membri della Minurso.

Nella bozza diffusa il 6 aprile, tra gli obiettivi della Minurso, figurava “l’attuazione del referendum sull’autodeterminazione” che rivendica il Fronte Polisario. L’ultima versione, pubblicata l’11 aprile, menziona solo “l’applicazione delle successive risoluzioni del Consiglio di Sicurezza”. Da notare che la sigla Minurso sta per The United Nations Mission for the Referendum in Western Sahara.

Il rapporto non include un’altra antica aspirazione del Polisario, sostenuta da Amnesty International e Human Rigts Watch: una vigilanza ONU sui diritti umani nel Sahara, come fanno altri contingenti di pace in altre parti del mondo.

Ciononostante, Ahmed Boujari, rappresentante del Polisario all’ONU, definisce il rapporto “un’evoluzione positiva”. Si dice soddisfatto delle recenti dichiarazioni di Ban, secondo cui, la Minurso, per poter adempiere al suo mandato, deve “aver accesso ad informazioni affidabili e credibili”, cosa di cui oggi non dispone. Ottenute tali informazioni, sostiene Ban, si avrebbe “un libero accesso al territorio Saharawi di diplomatici, giornalisti e organizzazioni di diritti umani”.

Da cinque anni Marocco e Polisario intrattengono riunioni informali, alle quali presenziano delegazioni algerine e mauritane. Ban ricorda come questi appuntamenti non abbiano condotto a “progressi reali”.

Il ministro degli Affari Esteri del Marocco non ha ancora commentato il rapporto, di cui conosce il contenuto dagli inizi del mese, facendo parte il suo paese del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

Ban chiede, infine, la liberazione dei cooperanti spagnoli, Enric Gonyalons e Ainhoa Fernández, e dell’italiana Rossella Urru, sequestrati lo scorso ottobre in una zona sotto il controllo del Polisario.

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